Noi e l’Unione

Ora io dico: ma come si fa a pensare di fare a meno dell’Unione? (mi piace scriverlo così questo nome, senza l’aggettivo, per affermare implicitamente che di unione tra stati sovrani ce n’è una sola, e ce n’è statauna sola, nella storia, e che l’Unione Europea è l’Unione per antonomasia). E perciò, come si può anche solo pensare di non andare a votare per il Parlamento europeo?

Io c’ero, nell’89, quando si andò a votare per un referenudum che chiedeva:

Ritenete voi che si debba procedere alla trasformazione delle Comunità europee in una effettiva Unione, dotata di un Governo responsabile di fronte al Parlamento, affidando allo stesso Parlamento europeo il mandato di redigere un progetto di Costituzione europea da sottoporre direttamente alla ratifica degli organi competenti degli Stati membri della Comunità?

Sono orgogliosissimo di aver risposto si, come tantissimi altri: in effetti, “si” stravinse con l’88% dei consensi (e andò alle urne l’80% degli aventi diritto).

Perché questa adesione a furor di popolo? Quello che percepivo io, e che mi sembrava percepissero anche molti altri attorno a me, è che era l’unico modo, che fosse realistico, per porre dei freni e dei vincoli ai nostri governi, che non riuscivamo a cambiare  o a costringere a fare cose sensate (Mani pulite venne dopo: e fu un’altro scoppio di “ira funesta” della gente che non ne poteva più di  uno stile di governo totalmente autoreferenziale (nel senso che mirava con evidenza solo alla propria riproduzione e alla partizinoe dei vantaggi di posizione).

Si critica l’Unione perché mette il naso nelle faccende italiane bacchettando i nostri governanti? Ma siete proprio sicuri che i governi italiani, lasciati a se stessi, lavorerebbero per il bene degli italiani?

Ripeto, io c’ero, prima di quel fatidico 89: e non ero per niente convinto che i governi (o le potenziali opposizioni) facessero i meglio per l’Italia anteponendo (udite, udite!) l’interesse generale a quello di partito.

Perciò ho votato per l’Unione e voterei ancora oggi in quel modo, perché sono assolutamente convinto che l’Italia è diventata un posto migliore grazie alla appartenenza all’Unione.

Martino Sacchi

 

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